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Oggi l’Italia dei Valori è a Taranto, per manifestare a fianco dei cittadini, dei lavoratori, delle associazioni e dei comitati civici in difesa del lavoro, della salute e della legalità. La sola idea di mettere uno di questi elementi in conflitto con gli altri dovrebbe suonare come una bestemmia per qualsiasi persona ragionevole e onesta. Che siano addirittura i partiti della maggioranza e il governo a farlo è una delle cose più incivili e indecenti che si siano mai viste.
Stamattina due ministri della Repubblica sono corsi a Taranto, ma non per difendere i cittadini da una fabbrica che li avvelena e li uccide, che viola impunemente la legge, che corrompe e inganna per continuare a inquinare. No, corrono lì per fare muro contro una magistratura coraggiosa che ha fatto quel che avrebbe dovuto fare lo Stato già da molto tempo. Corrono lì per offrire ai Riva l’ennesima scappatoia. Una cosa simile non si era mai vista. Mi chiedo come tutte le forze politiche, ad esclusione della nostra, possano prestarsi senza vergogna a un tale scempio.
I nostri parlamentari avrebbero voluto interloquire con quei ministri e con le forze politiche da loro convocate, ma non sono stati invitati. Visto che non siamo d’accordo con il loro tentativo di addossare alla magistratura le colpe dei Riva preferiscono non averci tra i piedi, e ce lo hanno detto apertamente. Comunque i nostri parlamentari hanno chiesto al ministro Clini di far sapere a noi e al Paese quante siano realmente le vittime dei veleni, quanti i casi di cancro nei quartieri intorno alla fabbrica e in tutta la città. Taranto e l’Ilva non sono casi isolati ed eccezionali. Sono il cuore e la metafora dell’Italia dopo vent’anni di Berlusconi e Monti, di caste, privilegi e corruzione. Le intercettazioni rese note ieri fanno il paio con quelle delle carogne che brindavano dopo il terremoto dell’Aquila: non sono meno ciniche né meno criminose.
La corruzione che ha permesso ai Riva di violare la legge e avvelenare un’intera città alla luce del sole è la stessa che schiaccia ovunque, a nord come a sud, la nostra economia e tiene lontani gli investitori esteri. Altro che art.18! Personaggi come i Riva riescono a sopravvivere e a fare tanti danni grazie alle prebende che hanno distribuito, a destra e a sinistra, a tutte le forze politiche.
Un governo che si genuflette, delegittima la magistratura e invece di costringere gli avvelenatori a riparare al danno si mette a mediare con loro non è migliore di quelli che vent’anni fa trattavano con la mafia. Un’Italia così non non può risollevarsi né andare da nessuna parte. Impedire che a Taranto trionfino ancora una volta l’illegalità, il malaffare e la logica del profitto non significa solo salvare quella città ma tutto il Paese.
Ci sono tutte le possibilità di tenere aperta l’Ilva, difendere la siderurgia italiana e salvare Taranto dall’avvelenamento. E’ già stato fatto in Germania, dove gli impianti non sono stati chiusi ma messi in sicurezza. L’Ilva è la più grande acciaieria d’Europa. Ora deve diventare anche la più sicura.
Per questo noi, ancora una volta, manifestiamo a favore della magistratura e dei lavoratori, per l’occupazione e per la salute, per la legalità e per la giustizia. Queste cose o ci sono tutte e tutte insieme, o non ce n’è nessuna.
Caro Tonino è da alcuni anni che ripeto in ogni occasione utile che non sempre la Magistratura ha ragione. Così come i Magistrati non sono tutti delle persone capaci e per bene. Anche e soprattutto attraverso la scuola ( da docente referente del progetto “Il Quotidiano in Classe”), ho avuto modo di interloquire insieme ai miei studenti e la mia scuola con Giudici e Magistrati che giornalmente rischiano la vita per far affermare la legalità e la giustizia. Di contro ci sono Giudici e Magistrati burocrati che con le loro azioni e provvedimenti (talvolta ipocriti, tardivi ed inopportuni)danneggiano i cittadini e le Istituzioni, senza per questo pagarne le giuste conseguenze. E’ arrivato il momento di finirla di difendere la Magistratura a prescindere. La vicenda dell’ILVA di Taranto ad esempio, ( dove la Magistratura è intervenuta con decenni di colpevole ritardo), rischia in questo momento molto difficile per l’economia italiana di annientare l’industria siderurgica italiana e di mettere in mezzo alla strada decine di migliaia di lavoratori. A me risulta che i danni più importanti all’ambiente sono stati perpetrati negli ultimi decenni e non oggi. Bisogna avere il coraggio di dire queste verità scomode anche come IDV.
Che la situazione a Taranto sia eufimisticamente parlando insalubre,è certo e provato,ma dietro tutta la faccendaio ci vedo,come diceva l’ex ministro Galloni(vedi intervista byoblu), l’entrata dell’Italia nell’euro,prevedeva lo smantellamento delle industrie italiane,tipo l’Ilva.
E quale migliore occasione di questa per privare questa povera Italia della acciaieria più grande d’europa e far si che se vorremo un pezzetto d’acciaio lo dovremo comprare dalla Merkel?????
Riflettete gente…..
Gian Ca’, non so se hai visto quello sketch nel quale Benigni, volendo parlar male del governo di turno, infarcisce i discorsi con tutta una serie di “sembrerebbe”, “si dice che”, “ma figuriamoci se sia possibile”, “io, comunque, non ci credo!”, per poi poter dire, dietro questi scudi, ciò che gli più pare.
“Politicamente parlando, s’intende!”, ce lo devo tirare in ballo, perché l’immunità parlamentare, non ce l’ho! E nemmeno i soldi per permettermi uno straccio d’avvocato.
Poi, alla napoletana: “capisci a me!”.
Onore al Gip Patrizia Todisco che per ben due volte ha emesso delle ordinanze estremamente coraggiose e attinenti dal momento che si e’ accertato senza dubbio che i Riva avevano tentato, con la corruzione, di continuare a far funzionare l”Ilva facendo figurare che i valori delle emissioni erano perfettamente nella norma e strafregandosene delle ulteriori conseguenze che si sarebbero determinate. Onore anche agli operai della Fiom che hanno manifestato a favore della Magistraturaa. Il lavoro e’ importantissimo e’ il suo limite e’ costituito dal fatto che non si puo’ barattarlo con la morte.
Mi meraviglia che si possa definire inquinante IL LAVORO. Neanche “la macchina” inquina; chi inquina è L’UOMO che per massimizzare il PROFITTO, in ASSENZA di CONTROLLI e, meglio, IN PRESENZA di CORRUZIONE E/O CONNIVENZA, “ELIMINA” i costi ritenuti INUTILI, provocando, sull’AMBIENTE e sulle POPOLAZIONI, danni che vengono considerati COLLATERALI, cioè previsti. Infatti, c’è CHI considera PIU’ dannoso chiudere uno stabilimento che costringere “I PADRONI” (ne sentivo nostalgia e l’ho voluto scrivere in “grande”) a rimodernare gli impianti CON CUI (“mezzo”, assieme al lavoro,non causa)ammazzano i cittadini.
Un saluto al Blog.