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Per vent’anni Berlusconi ha preso per i fondelli gli italiani. Gli è andata bene e ci vuole riprovare. Bisogna essersi allenati per anni a raccontare balle e a dire il contrario di quello che si era detto il giorno prima per azzerare l’orologio e provare a passare come nemico del governo Monti e delle leggi con cui ha messo l’Italia in ginocchio. La verità è proprio l’opposto. Tutte le peggiori leggi di Monti sono o in continuità con quelle che aveva già fatto Berlusconi, come l’attacco alla scuola pubblica e la cancellazione del contratto collettivo di lavoro, oppure sono leggi che Berlusconi voleva fare, ma non ne ha avuto la forza, come la cancellazione dell’articolo 18. Il governo Monti è figlio di Berlusconi, in tutti i sensi. L’ex presidente del Consiglio ha permesso che nascesse l’esecutivo dei tecnici, dopo aver perso la faccia in giro per il mondo. Era troppo compromesso, infatti, sia per restare al governo sia per andare alle elezioni subito. E’ inutile che adesso lui e i suoi maggiordomi ci vengano a raccontare che lo hanno fatto per senso di responsabilità.
Per un anno il Pdl ha votato tutte le leggi di Monti contro i lavoratori e contro il ceto medio, senza che sia stata sollevata mezza protesta. Non c’è tassa, non c’è pensione rinviata di anni, non c’è diritto cancellato che non portino la firma di Berlusconi Silvio, vicino a quella di Monti Mario. Il Pdl non ci ha pensato per niente. Anzi, come ha detto oggi in aula Alfano, fosse stato per loro quelle leggi dovevano essere ancora più dure e più ingiuste. In compenso Berlusconi ha impedito a Monti di fare anche il poco di buono che avrebbe potuto fare. Sulla politica economica, infatti, non è che ci si potesse illudere troppo. Era il governo dei banchieri e della finanza, ovvio che facesse leggi pensando solo ai vantaggi delle banche e dei finanzieri. Ma sulla giustizia e contro i privilegi della Casta qualcosina, fosse stato per lui, forse Monti l’avrebbe fatta. Se non ha fatto assolutamente niente, se ha varato una legge contro la corruzione che farebbe ridere se non facesse piangere, se le sue norme sull’incandidabilità dei condannati servono solo a fare candidare proprio tutti, cani e porci, la colpa è del ricatto a cui è stato sottoposto da parte di Berlusconi e dell’intero Pdl. Adesso, arrivati alla fine della legislatura e con tutti i danni già fatti, Berlusconi sostiene di essere il nemico delle politiche di Monti. Ma ci faccia il piacere, come direbbe Totò.
Il futuro di questo Paese si gioca davvero sulla continuità o discontinuità con l’attuale esecutivo. Per questo noi dell’Italia dei Valori confermiamo che appoggeremo solo chi si impegnerà a cambiare drasticamente strada. Ma una cosa credo che sia chiara a tutti gli italiani: con il peggio del governo Monti il Pdl è stato pappa e ciccia, dal primo all’ultimo giorno.
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@ Antonio:
Beh, anche la questione del “duomo” in faccia… messa in scena pure quella. Berlu contro Monti, messa in scena pure questa; Monti che si offende e ne approfitta per una ritirata strategica che avvantaggia il Berlu… Dai, ma chi gli crede?
QUEST’ANNO BERLUSCONI CI FARA’ TROVARE A TUTTI, SOTTO L’ALBERO DI NATALE, UN BEL LITRO DI OLIO DI VASELINA.
E’ DA ACCONTENTARCI, PERCHE’ DOPO CI FARA’ TRANGUGIARE L’OLIO DI RICINO.
D’ALTRONDE, NON E’ COLPA SUA CHE SI PROPONE, LA COLPA E’ DI CHI LO VOTA. VUOL DIRE CHE IL POPOLO BUE, NON HA IMPARATO NIENTE.
E AVRA’ QUELLO CHE SI MERITA.
esodato 56 con 37 contributi !!! punto uno del programma i.d.v. ????
per il resto condivido 100%
Franco
@ Aldo:
io non parlavo di legge elettorale o di calcoli di poltrone (che del resto sono sempre falliti, come insegna la vicenda della sinistra con Bertinotti), ma di “sentire” della gente e di progetto politico.
Il problema dei consensi a destra o sinistra sa tanto di prima repubblica ed è stato il problema per il quale è fallito il governo Prodi e l’Italia si è buttata in braccio a Berlusconi. I progetti e gli accordi si devono fare “prima” ed alla luce del sole.
@ Maurizio Ruffino:
“il problema è che molti (ho chiesto in giro), considerano improbabile un’utilità di voto all’IdV al di fuori di un’alleanza con il PD. …..”
Non è vero, poichè l’attuale legge elettorale garantisce la maggioranza alla camera mentre non la garantisce al senato, qualora IdV da solo o con altri, ottenesse un gruzzoletto di voti potrebbe evitare al PD di elemosinare consensi a destra.
@ ivano: ivano ha scritto:”Onorevole Di Pietro torno a scriverle dopo diverso tempo per supplicarla di nuovo di abbandonare il PD ed andare alle elezioni del 2013 da solo con una sua lista personale , e cercare di raccogliere il massimo dei voti, cosa che se cosi fara’ sara sicuramente piu’ possibile che se continuera ‘ ad insegurie Bersani e company….
La sua posizione politca e’ sempre stata quella di stare con il popolo ed iil popolo le ha dato sempre fiducia e stima , non capisco perche’ non ha fiducia completa nei suoi mezzi e nelle sue capacita’, la gente aspetta da lei solo un po piu’ di coraggio non per le battaglie che fa ogni giorno in parlamento e fuori, ma per le sue scelte politiche, che sono molto opinabili,cioe questa spasmodica rincorsa ad alleanze con partiti conniventi da anni con la malapolitica..cioe Partito Democartico ecc ecc…Faccia finalmente il salto di qualita’ crei un suo movimento indipendente da tutti e vedra’ che il popolo la seguira’….”
Ivano consiglia a Tonino di seguire le gesta di Ferrero, Rizzo, Bonelli ecc., tutti portatori di nobili ideali, ma con conclusioni irrealizzabili, o meglio, realizzabili solamente a fronte di un’adesione a tali ideali superiore al 50% dei voti validi, mentre raccolgono a malapena i consensi dei loro famigliari e dei compagni più affezionati.
C’è Vendola che raccoglie molto nella sua regione, ma dopo aver concesso aperture giudicate contronatura dai suoi compagni e quando, nel tentativo di mantenerne i rapporti, espone concetti a loro affini finisce col deludere il resto del paese.
Se si vuole restare fedeli a ideali condivisi da pochi, solamente aderendo ad una coalizione si può confidare nell’apporto di un maggior numero di famigliari e compagni.
Per sopravvivere talvolta è necessario accettare dei compromessi, ma in presenza di un gran numero di elettori schifati, sarebbe interessante andare a sentire quali sono i loro sogni e le loro speranze, non quelle delle favole, ma quelle realizzabili.
Se si prende a cuore il problema di gente che affitta casa sotto una ciminiera e pretende di far spegnere la ciminiera, non si va lontano.
C’è anche chi costruisce casa nel letto di un fiume o sotto la bocca di un vulcano attivo ed è disponibile a dare il voto a chi toglie ogni vincolo.
C’è pure chi, anzichè un’opportunità di lavoro, accetterebbe volentieri un sussidio di invalidità o “di cittadinanza” o, meglio ancora, un lavoro fittizio a stipendio pieno.
C’è pure chi uno stipendio pieno ce l’ha e chiede un aumento per tornare alle condizioni dei tempi del bengodi.
Ci sono amministratori “illuminandi” che, per ottenere voti, organizzano notti bianche e festival del cinema e poi se arrivano tre centimetri di neve chiedono lo stato di calamità naturale, con la pretesa che altri si facciano carico del “problema”. (non mi riferisco al solo Alemanno, ma anche a chi lo ha preceduto e regolarmente tutti hanno chiesto ed ottenuto valanghe di contributi extra per appianare i loro debiti che ora noi dobbiamo pagare).
Ovviamente per ottenere un risultato realizzabile non si può far affidamento solamente su coloro che si prestano a distribuire volantini, giovani e dalla parlantina facile, sarebbe opportuno coinvolgere qualcuno in grado di discriminare le favole, irrealizzabili con pochi voti e pochi soldi, dalle proposte concretizzabili. Fra queste la più realistica è
OPPORTUNITà DI LAVORO DIGNITOSO
attualmente va bene anche precario, ma che lo stipendio superi le spese per svolgerlo e avanzi qualcosa per la famiglia.