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La posta in gioco in queste elezioni è molto alta. Ci sono in ballo i diritti dei lavoratori, il futuro dei nostri giovani, la crescita economica di questo Paese. Monti ha già fatto capire con il suo governo quale direzione vuole seguire: tartassare il ceto medio basso e salvaguardare banche e speculatori. Al fine di bloccare questa deriva, occorre dare maggior forza a noi di Rivoluzione Civile che abbiamo detto chiaramente, nel nostro programma, che le priorità sono: il lavoro, la tutela della sanità pubblica, il diritto allo studio, la difesa della libertà d’informazione e l’eliminazione degli sprechi della Casta.
Insomma, per Rivoluzione Civile la priorità è quella di ridare vita alla Carta Costituzionale calpestata, strattonata e piegata agli interessi degli speculatori e delle lobby. Nei palazzi, lontano dal Paese reale, si sente una gran puzza d’inciucio in questi giorni. Bersani si è ficcato in un vicolo cieco perché ha obbedito ai poteri forti che gli chiedevano di non dar vita a un vero centrosinistra, con il quale non ci sarebbero stati i problemi enormi che si profilano oggi. Bersani dovrà o allearsi con il Professore, tradendo tutta la sua storia e anche i suoi elettori, oppure inventarsi qualche marchingegno, tipo vendere a Monti la presidenza del Senato e la promessa di riscrivere insieme la Costituzione. Questo in cambio di un accordo sotto banco per cui i centristi faranno un’opposizione per finta al Senato, salvando il governo quando serve. Certo, in questo caso bisognerà anche contrattare la politica economica con Monti e con i poteri non forti ma fortissimi che rappresenta e di cui cura gli interessi. Il prezzo dell’inciucio sarà salatissimo e lo pagheranno, tanto per cambiare, i poveracci e la classe media che ormai è diventata povera.
In cambio della sopravvivenza del governo, a sobbarcarsi i costi della crisi saranno i soliti: i giovani senza lavoro, i pensionati incatenati ai lavori usuranti, gli esodati sempre più disperati. Tutto quello contro cui noi dell’Italia dei Valori abbiamo combattuto, unici in tutto il Parlamento, per cinque anni si ripeterà e proseguirà peggio di prima.
Questi inciuci di bassa lega sono gli stessi giochini che hanno tentato anche con noi, quando il Pd ci ha proposto due senatori in cambio della desistenza, ma di nascosto e senza dirlo agli elettori. Chi insegue questi trucchi non ha capito niente di quel che sta succedendo nel Paese. Senza scelte trasparenti e coraggiose e non politicanti, l’occasione di restituire democrazia all’Italia e dignità alle istituzioni andrà perduta. Non ci sono più vie di mezzo possibili: o si sceglie una Rivoluzione Civile che restituisca il potere ai cittadini oppure il tallone della Casta e degli speculatori ce lo avremo sul collo più pesante e arrogante che mai.
@ lewisaugel34:
Quello che serve oggi è una consapevolezza di tipo globale.
Le dispute interne al Paese vogliono defocalizzare il problema reale.
Una oligarchia di banchieri manovra i burattini della “CASTA” per assoggettare l’Italia e tutti gli Stati dell’eurozona, compresi Germania e Francia … è in atto una guerra vera e propria che si serve principalmente degli sporchi strumenti della finanza e di capi di stato e di governo corrotti e senza scrupoli.
– nota* per ridurre gli effetti devastanti dell’euro, Francia e Germania hanno costituito una banca statale per il microcredito, in barba agli accordi dell’Unione Europea.
1981 Andreatta e Ciampi, di comune accordo, separano la Banca d’Italia dal Ministero del Tesoro.
1992 Carli e Amato privatizzano la Banca d’Italia e gli conferiscono il potere di decidere il costo del denaro favorendo così la speculazione finanziaria sul debito pubblico dell’Italia ( leggi 35 e 82 del 1992 ).
1992 Andreotti – De Michelis – Carli, firmano il trattato di Maastricht cedendo la sovranità monetaria dell’Italia alla BCE e gran parte della sovranità costituzionale all’Unione Europea.
2008 la CASTA ratifica il trattato di Lisbona consegnando alla commissione e al consiglio U.E. ciò che resta della sovranità legislativa – economica e militare del nostro Paese.
Per quanto sopra, qualsiasi imbecille, con un minimo di raziocinio capirebbe che l’unica soluzione per uscire dall’inciucio è :
ABOLIZIONE DELLA CASTA, RITORNO ALLA LIRA e ms AL GOVERNO
tutto il resto sono chiacchiere e malafede.
[…] Una Rivoluzione civile contro la puzza d’inciucio 8 feb 2013 […]
@ Amedeo Moretti:
Anch’io ho una storia simile… candidato alle provinciali, CZ, 1980, ventottenne, proveniente dal movimento studentesco ’77 della Sapienza di Roma, “prestato” al PCI da Democrazia Proletaria che non aveva una propria lista per la provincia.
Fu l’occasione per me per mettere a nudo il marcio che c’era in quel partito. Lo denunciai a Berlinguer con una lettera aperta. Qualche mese dopo la Federazione di Catanzaro fu commissariata.
Anche Berlinguer era un uomo, ma con le … palle, per rettitudine morale e passione politica. Io che pure non ero berlingueriano, quanto passò ad altra vita mi trovavo a Roma e davanti al suo feretro mi commossi.
Anche da quell’uomo ho imparato che contano più le idee, la passione politica, l’onestà intellettuale e la rettitudine morale, molto più che il carisma del leader.
@ RENATO:
a scanso di equivoci, commenti contrari a quella proposta lì, dell’assegno calcolato tutto con il contributivo, ne scrissi pure io! Perché mi ritroverei esattamente in situazioni analoghe alle sue mentre, con i miei contributi, ci si continuerebbe a pagare, ai miei colleghi andati in pensione solo qualche anno fa, un delta di “retributivo” quantificabile intorno ai 700-900 euro!
Detto questo, però, ricordo di altri commentatori ai quali tale proposta, piuttosto che niente, pareva anche praticabile… ma non è questo il punto che volevo evidenziare.
Damiano, per quanto riguarda gli esodati, aveva stabilito che dovevano essere considerati tali quei lavoratori i quali, al termine effettivo della mobilità, anche preceduto da un periodo di cassa integrazione, avrebbero maturato il requisito pensionistico entro i 24 mesi successivi.
Questa sarebbe una buona definizione di esodati, in quanto terrebbe conto anche di chi, con le quote, si troverà a metà guado per via dell’età anagrafica non raggiunta, e solo per quella! Avendo magari superato abbondantemente sia la quota richiesta che l’età contributiva… ma nemmeno questo, è il punto!
Infatti, il vero nocciolo della questione è proprio quello che tira in ballo lei: la riforma delle pensioni, NON VA! E non va in toto! Per cui, a questo punto, non andrebbe nemmeno alla luce di una riproposta gradualità!
Perché, infatti, dover andare in pensioni più tardi del previsto quando tutto ci dice che il progresso tecnologico ci disarciona dal posto di lavoro inesorabilmente? Perché pensare di rimanere al lavoro più a lungo, con una disoccuoazione giovanile ad oltre il 37%? E perché fare cassa con le pensioni per puntellarci il deficit dello Stato e il Debito Pubblico quando, parola della Corte dei Conti, c’è in giro un silo di 210 MILIARDI a causa dell’evasione e della corruzione? E ancora: perché rubare le pensioni a noi, quando a soggetti come D’Alema, ma solo per citare quello che ricordo di più, in quanto non ricandidato, verrebbe riconosciuta una buonuscita da oltre 250.000 euro, continuando ad erogare pensioni in stile “Amato”, da 1.000 e più euro, NETTI, al giorno?
No assegno contributivo, e non anche alla gradualità!
Che poi, cosa significherebbe, “gradualità”? Che uno che ha perso il lavoro a 61 anni, e che sarebbe andato in pensione alle precedenti condizioni, invece di doversi ricollocare per altri 7 anni (ma dove? Ma quando?) per come previsto dalla Bersani-Fornero, dovrebbe ricollocarcisi “solo” per 5, come previsto da una presunta “gradualità”?
Grazie, ma no!