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E’ inutile che i servizievoli sottoposti di Berlusconi continuino a tirare per la giacchetta il Presidente della Repubblica. Quel che deve essere chiaro è che la legge è uguale per tutti e che l’essere stato eletto non mette nessuno al riparo dalla giustizia. Nemmeno Silvio Berlusconi. Questo è l’importante.
Berlusconi ha continuato a fare il Presidente del Consiglio anche quando era sommerso da scandali e rinvii a giudizio che avrebbero spinto alle dimissioni qualunque altro leader politico in tutto il mondo.
Il suo governo è caduto perché non sapeva più che pesci prendere contro la crisi economica, non per i processi.
Anche dopo aver lasciato palazzo Chigi, Berlusconi ha potuto condizionare il governo Monti, in modo che non toccasse nessuna delle leggi che si era fatto a suo uso e consumo. Anzi, è riuscito persino a far peggiorare ulteriormente la situazione in materia di leggi sulla corruzione.
In campagna elettorale i processi e le inchieste non gli hanno impedito di stare ogni minuto in televisione e se non ha potuto occupare ancora di più quegli spazi non è stato per colpa dei magistrati, ma perché avrebbe dovuto avere il dono dell’ubiquità.
Anche adesso niente impedisce a Berlusconi di fare politica, e infatti la fa e briga più che mai per far sì che il disastro del Paese torni a suo vantaggio.
Insomma, Berlusconi fa precisamente quel che non si deve fare e cioè: usa il suo ruolo politico per cercare di evitare i processi, per inventarsi un legittimo impedimento al giorno e addirittura per sollecitare la rivolta contro la magistratura. Non si era mai vista nel mondo l’invasione di un Tribunale da parte di una banda di parlamentari travestiti da descamisados. Non si era mai sentita al mondo una dichiarazione di guerra contro i giudici, come quella che Berlusconi ha consegnato a Panorama in queste stesse ore.
Tra la magistratura e Berlusconi è molto chiaro chi è che fa il proprio dovere e chi fa il contrario e non c’è interpretazione da azzeccagarbugli che possa cambiare questo dato di fatto. In democrazia la legge è uguale per tutti: è ora che Berlusconi si rassegni e si decida a prenderne atto.
grillo parla ma non dice
noi non usciremo dall’euro prima di essere spolpati
leggere Patrizia
saluti
Alla fine del 2011, ed all’inizio del 2012, in questo blog molti di noi hanno discusso a lungo, sia sull’adesione dell’Italia alla Comunità Europea, che sulla sua moneta.
Più volte abbiamo ribadito alcuni concetti, che solo molto tempo dopo, sono stati ripresi da numerosi uomini politici.
Già allora avevamo ben chiaro in mente, che la crisi definitiva dell’Euro, sarebbe emersa quando i maggiori investitori internazionali, si sarebbero liberati del nostro debito pubblico (quello che Grillo sta ribadendo in questi giorni, riprendendo una sua stessa dichiarazione, fatta nell’autunno del 2012).
Per quanto concerne l’Unione Europea, avevamo ribadito più volte che la perfida Albione (Francia), ha da sempre rifiutato qualsiasi ipotesi di perdita della sua sovranità.
Pertanto, era chiaro già dai primi anni novanta, che mai saremmo arrivati agli Stati Uniti d’Europa.
Davanti a queste semplici considerazioni, è doveroso porsi una domanda, che già ci ponemmo a dicembre del 2011:
cosa aspettano i nostri politici, a far uscire l’Italia dalla Comunità Europea e dall’Euro?
x Amedeo Moretti: caro Compagno Tenente, veritas stat tecum, chè di Bottino et padronbanano cum grano salis parlato hai; la logica loro è la seguente: tutti ladri, ergo nessun ladro. Col kuraz, noi diciam! Et ratio stat in verbis tuis quoque quando dici che è giusto aspettarci, dalla nostra parte, onestà e limpidezza: facta, non verba. Un caro saluto. Auguri
x Paolo Antonio B: deh, caro Paolo Antonio, che possiamo dì su ARC? L’è un pover’uomo sine dubio, ridotto a far valer le sue s-ragioni tramite la coprolalia. X Ivano: caro nauta, veritas stat tecum, chè isso bannato andrebbe in saecula saeculorum sine dubio; ma ciò non accade, ergo penseremo noi come al solito a buttare in mare il troll pseudotorinese. X Angela Vita et Sante Marafini: carissimi, vobiscum sum, chè il bene fatto sempre viene scordato; ma Tunine se l’è cercata, cara Angela, ergo ratio stat in verbis tuis: limpido esser dovea et non solo sed etiam, il partito quoque gestito andava in modo diverso. Un caro saluto a tutti voi. Auguri
@ Sante Marafini:
La tua risposta mi da modo di concludere il concetto espresso nel precedente post. Gli errori e le schifezze commessi da altri non sminuiscono l’importanza dei NOSTRI errori, …anzi…. visto che sono NOSTRI e non LORO hanno, per me, un maggior peso, dato che conoscendo e schifando la parte che combatto, con il voto, mi aspetto che chi sta dalla “mia parte” sia diverso.
Concludendo, il paragonare gli errori mi sembra più una tecnica su cui ha vissuto prima Bottino Craxi ed a seguire il suo “delfino” ed allievo, però è una mia idea.
Ciao.
@ Sante Marafini:
Posso unirmi al club dei nostalgici?
Giusto ricordare , come ho sempre detto d’altronde, le tante cose buone fatte da Di Pietro.
Ma ciò che lo ha danneggiato maggiormente, è inutile negarlo, è stata la gestione “particolare” del partito, che è risultata poco cristallina.
E proprio lui questo non poteva permetterselo, considerato peraltro che, proprio perché ha condotto molte battaglie in veste di “moralizzatore”, doveva essere più che limpido.
Credimi, caro Sante, sono talmente incazzata con lui per questo che se lo avessi davanti me lo “magnerei”.
Inoltre, nel vedere tanti delinquenti sedere indegnamente ancora sugli scranni del Parlamento, mi si stringe il cuore.
Un caro saluto
Angela
@ Amedeo Moretti
E’ vero che Di Pietro ha commesso altri errori ma pare che nella memoria delle persone restano solo quelli mentre, come ricorda Travaglio, ha avuto tanti meriti e non è giusto che non sieda in Parlamento che è pieno di gente indegna (basta guardare la foto dei 160 del PDL davanti al Palazzo di Giustizia per rendersene conto). In quanto al PD è stata, da sempre, la stampella del Coso è anche l’ Inquilino del Colle si è sempre adoperato per salvarlo. Da ultimo la VERGOGNA dello lo Scudo Blocca Processi messo in piedi in questi giorni. Di costoro dovremmo ricordare sempre le nefandezze e qualche volta ricordarci anche dei meriti di Di Pietro che, come dice Travaglio, mi manca.
Saluti
marinaio Ha scritto:
Marinaio ciao, usuraro monti non può presentarsi all’appuntamento perchè sta comodo seduto alla scrivania, e non trasforma il virtuale in reale perchè piglierebbe tante pedate nel culo! Propongo di chiamarlo Re della Puzza, ma siamo stufi di turarci il naso ed appoggio Ivano! Ciao!
ivano Ha scritto:
MA NON C’ E’ UN MODERATORE IN QUESTO BLOG….CHE POSSA BANNARE USURARO MONTI???? NON MI SEMBRA DECEBTE LEGGERE TUTTE QUESTE PAROLACCE…..O SIETE ALLO SFASCIO TOTALE QUI IN IDV????
usuraro monti Ha scritto:
Che puzza!!!!!
Blogger Solitario Ha scritto:
Ottima, Blogger! Complimenti! Stai bene, ciao!
usuraro monti Ha scritto:
Tu vuoi che sia comparso UN ALTRO TE? Ma gira la tua bagnarola fradicia e scompari! Pirla!
Buongiorno a tutti i naviganti. Caro Mariano, cum grano salis al marò dulciacquicolo rivolto ti sei: ma isso mai capirà le tue sagge parole, ahilui! Et del male continua a farsi sine dubio: anche tu noterai l’evidenziarsi di disturbi riconducibili all’OCD, abbinati ad una sintomatologia classica della sindrome paranoide; repetita juvant, ergo dico che il caso Schreber dal punto di vista clinico assai più interessante era et grande fu il professor Sigmund a fare una diagnosi leggendo i di lui scritti: molto più facile è invece analizzare quelli del marò dulciacquicolo, in cui sospetto anche l’insorgenza della sindrome di Gilles La Tourette, ma oltre non vado chè di Psichiatria non è giusto parlar in codesto sito. Certo che la coprolalia fastidio dà a chi legge; a mio parer lo staff non lo fa, chè isso sarebbe de bannà in saecula sauculorum; ergo ghe pensi mi, previo un caro saluto ed un auspicio di buona rotta tibi, Mariano. Deh, hoc dictum a te mi rivolgo, marò dulciacquicolo: pure menzogna caratterizza il tuo linguaggio, chè mai tu mi hai dato appuntamento; ergo, fregnacce non raccontar! Ma i servi un po’ al padrone vanno ad assomigliare, così se padronbanano pinocchiesco è, per sillogismo di Socrate lo sei pure te! Hoc praemisso, non mi dilungo e ti ripeto: in primis chi sfida a duello deve dir dove lo stesso fatto essere deve, e ciò tu non facesti; in secundis, già ti dissi delle mie preferenze, parlandoti del mio Friuli e precisamente in un corso d’acqua caratterizzato da un forte inquinamento industriale, quindi il tratto azoico dell’Aussa Corno. La bontà francescana che tracima dal mio cor mi induce a dirti: o empio peccatore, le tue parafilie sono da curare, ma oltre questo lato c’è molto da espiare. Nel tratto azoico del fiume da me sopracitato ti aspetterò, dimmi tu quando vorrai, sarò solo nella mia imbarcazione; lo stesso tratto raggiungere tu puoi con la nuova zattera di tua fabbricazione, con material proveniente da una palude puzzolente, e ciò assai si sente. Io di guanti monouso et di mascherina professionale munito sarò, ma quando mi vedrai nel punto di intersezione con l’Adriatico del Nord di paura tremerai, et dietro front sine dubio farai! Et il vetusto nauta, in un impeto di bontà, ti lascerà annà, a fan culo naturalmente! BUTTATI IN MARE! Auguri
@ Sante Marafini:
Caro Sante,
dall’articolo di Travaglio emerge chiaro il coinvolgimento della classe dirigente PD in tutte le schifezze che hanno caratterizzato questi ultimi 20 anni di sciagurato governo del Paese.
Abbiamo più volte argomentato sulla collusione D’Alema/Berlusconi, dalla bicamerale alla mancata Legge sul conflitto di interessi, nonchè sulla incandidabilità del nano in quanto concessionario pubblico. Sicuramente le colpe recenti del PD non si riassumono solo nel non aver fatto si che il popolo decidesse nell’immediato della caduta di Berlusconi chi dovesse governare il Paese, e anche qui il “malignetto” (io) potrebbe vederci un gioco di potere sottostante, ma anche aver votato, come ed anche peggio del peggior schieramento di destra, tutte i provvedimenti del governo Monti, dall’IMU all’art. 18.
Ora, concludendo, è sicuramente vero che i meriti attribuiti a Di Pietro dal giornalista sono realtà documentata, ma forse anche il giornalista, di cui ho stima, ha dimenticato di elencare altri errori oltre ai soliti De Gregorio, Razzi, Scilipoti….o no!?!?
Un saluto
P.S.: Se Bersani non avesse paura di scatenare un putiferio di piazza, che faebbe definitivamente scomparire il PD e consegnerebbe, comunque, l’Italia a Berlusconi avrebbe già riproposto un Governo di coalizione tra lui, Berlusconi e Monti, e questo anche con un forte fosse senso di rivalsa nei confronti di Grillo che lo ha sfanculato e sputtanato davanti ad una Nazione.
..AIUTO..0o0o0…!!
..quando stiamo per affogare..ci rivolgiamo ai modelli e insegnamenti altrui!
..La COSTITUZIONE..non va.?..cambiamola alla tedesca o alla francese!
….proporzionale o maggioritario..voto di preferenza o liste bloccate!
..adesso va di moda il modello francese..preferito al modello americano!
..si elegge direttamente il Capo dello Stato che é anche Capo del Governo..votando in doppio turno di consultazioni..come per i nostri sindaci.
..praticamente..acquisita la maggioranza..si può governare senza opposizione!..peggio che in America!..dove il congresso , bilancia la maggioranza che governa..!
In Italia ..D’Alema..Napolitano..Berlusconi e molti altri..preferiscono..questo sistema apparentemente democratico..ma di fatto semidittatoriale..parlamentare..autoritario..gollista!
Il proporzionale..il voto di preferenza..le primarie..disturbano i PARTITI e i loro PADRONI/Segretari che amano..comandare senza ..il fastidio della democrazie e delle sue OPPOSIZIONI e controlli.!
…si fanno gli affari propri..^indisturbati!^.
..probabilmente mi é sfuggita o non ho capito qualcosa..e..allora.
.aspetto..osservazioni..commenti..e rettifiche!
lewisaugel
Perché mi mancherà Di Pietro
di Marco Travaglio
Ha commesso errori sciagurati nella scelta delle persone, ma in Parlamento la sua linea sulle politiche giudiziarie si è rivelata sempre quella giusta. E se il Pd avesse seguito i suoi consigli…
Tra i leader rottamati dalle elezioni, quello che più mancherà nel nuovo Parlamento è Antonio Di Pietro. Non per i tanti sciagurati errori commessi nella scelta di molti candidati: da De Gregorio a Razzi a Scilipoti, peraltro tutti e tre oggetto delle attenzioni delle Procure perché sospettati di aver voltato gabbana a pagamento. Ma per le sue scelte di politica giudiziaria che, se il centrosinistra le avesse seguite anziché bollarle di “giustizialismo”, avrebbe evitato tanto guai a se stesso e al Paese.
Nel 1997 Di Pietro non era ancora parlamentare, ma si schierò contro la Bicamerale, cioè l’inciucio suicida con Berlusconi per tagliare le mani ai magistrati: se D’Alema & C. gli avessero dato retta, si sarebbero risparmiati una figuraccia e un sospetto che non si sono più scrollati di dosso. Nel 2001 l’Idv, espulsa dalla Margherita, mancò per un soffio il quorum del 4 per cento e restò fuori dalle Camere. Di Pietro ne approfittò per avviare il dialogo con i Girotondi, supportandoli nelle iniziative di piazza che nel 2002 ridiedero fiato all’opposizione, dal Palavobis alla grande manifestazione di piazza San Giovanni. Nel 2006 Prodi lo volle con sé nell’Unione e l’ex pm, ministro dei Lavori Pubblici, scongiurò il centrosinistra di escludere i reati di Tangentopoli, ma anche il voto di scambio politico-mafioso dall’indulto extra-large patrocinato da Mastella, Ds, Margherita, Prc, Verdi, Udc e Forza Italia. Naturalmente invano, col risultato che l’Unione, precipitò nei sondaggi e nel giro di due anni perse governo ed elezioni.
Di Pietro tornò in piazza con Grillo e i movimenti contro il lodo Alfano (avallato dal centrosinistra), poi raccolse le firme per i referendum contro il legittimo impedimento, il nucleare e la privatizzazione dei servizi idrici (boicottati dal centrosinistra). Eppure fu proprio grazie a quei referendum, vinti contro ogni aspettativa nell’estate 2010, che iniziò il declino di Berlusconi, già azzoppato da Fini, e la riscossa progressista con l’elezione dei sindaci De Magistris, Pisapia, Orlando e Doria. Insieme a Parisi e Segni, Di Pietro patrocinò anche il referendum anti-Porcellum osteggiato da Pd e Quirinale in nome della “via parlamentare”. Risultato: il Porcellum restò tal quale e i partiti furono ben felici di conservarlo, gonfiando le vele a Grillo.
Intanto Berlusconi si era dimesso per mancanza di maggioranza e Di Pietro invocò il ritorno immediato alle urne, che avrebbe cancellato il Caimano dalla scena politica per sempre. Il Pd invece preferì il governo Monti, regalando a Berlusconi 16 mesi per far dimenticare agli italiani i suoi disastri. Di Pietro fu l’unico, nel centrosinistra, a votare contro i decreti del Prof, dal taglio delle pensioni all’Imu sulla prima casa alla ridicola legge anticorruzione Severino che, come segnalavano i suoi esperti di giustizia Palomba e Li Gotti, non conteneva il ripristino del falso in bilancio e regalava la prescrizione a Penati e ai suoi complici delle coop rosse imputati di corruzione per induzione. Le stesse cose scrivemmo sull’Espresso, buscandoci le reprimende della responsabile giustizia Pd Donatella Ferranti. Come la cronaca giudiziaria s’è appena incaricata di dimostrare, aveva ragione Di Pietro, e anche noi.
Ora che il Pd presenta una legge anticorruzione per ripristinare la concussione per induzione e il falso in bilancio, dopo aver salvato gli imputati delle coop rosse nel processo Penati, dovrebbe almeno riconoscerlo e chiedere scusa. E ammettere che, se avesse dato retta a Di Pietro sostenendo il referendum contro il finanziamento pubblico dei partiti mascherato da “rimborso”, forse non sarebbe stato scavalcato da 5 Stelle. E se non avesse espulso dalla coalizione Di Pietro e negato ogni dialogo a Ingroia, avrebbe preso qualche punto in più e non avrebbe perso le ultime elezioni. Per uno strano paradosso della storia, chi non ne ha mai azzeccata una siede in Parlamento, mentre Di Pietro che le aveva azzeccate quasi tutte (candidati a parte) è fuori. Il Pd potrebbe chiedergli almeno una consulenza.