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Tra il dire e il fare questo governo continua solo a vivacchiare. Nel decreto sbandierato ai quattro venti dall’esecutivo Letta non c’è una sola misura volta a creare occupazione, in quanto sono state approvate norme inefficaci sul piano dell’economia reale. La scelta liberista del Pd, che ha abbandonato qualsiasi contenuto riformista sull’altare dell’inciucio con il Pdl, è confermata dal gradimento del Cavaliere che ha chiesto di andare avanti con le larghe intese. Alla destra fa comodo questo Pd che rinuncia a tutelare i più deboli e a difendere il lavoro. La sinistra è caduta nell’abbraccio mortale di Berlusconi, cancellando dalla sua agenda la priorità della tutela dell’occupazione, una giusta politica sulle pensioni e l’incremento degli ammortizzatori sociali. In Italia la disoccupazione aumenta di giorno in giorno e sta per esplodere una bomba sociale, ma non si fa quasi nulla per porre un freno a quest’emergenza. Il governo Pd-Pdl è sempre più bloccato da veti incrociati e l’unica cosa su cui sono tutti d’accordo è di non toccare Silvio Berlusconi, quindi niente legge sul conflitto d’interessi, niente norma su ineleggibilità del Cavaliere. Il nostro Paese è gravemente malato e avrebbe bisogno di una cura da cavallo, invece l’esecutivo ci propina l’aspirina con il decreto del fare. La realtà è che non si può e non si vuole fare nulla perché si continuano a difendere gli interessi dei banchieri, delle lobby finanziarie e si lasciano le classi sociali più deboli al loro destino. In questo Letta sta dimostrando di saperci fare.
@ ivano:
Devo sentirmi lusingato oppure è semplice presa per i fondelli mascherata da complimento? In ogni caso ti ringrazio rispondendoti che ho sempre commentato in queste pagine anche se sporadicamente. Evidentemente i miei post sono talmente insignificanti da risultare invisibili. Riguardo ai talebani ultrasessantenni del Pd ancorchè tostissimi da piegare come tu dici, ti informo di averne fatto parte anche se anagraficamente staccato di qualche.
marina Ha scritto:
Che Rino Gaetano sia stato anarka o no (@Assunta), non possiamo sapere quale sarebbe oggi il suo giudizio sul M5S. Resta il fatto che le sue parole, anche se non contestualizzate, ben illustrano la situazione attuale. Il M5S NON è un PARTITO politico (non ne ha le strutture, le gerarchie e non si ispira a nessuna ideologia), ma una piccola percentuale di Cittadini deputati, a quanto pare, ambisce a diventare “servi dei partiti” (R.Gaetano). E sono proprio questi i POMPIERI che vanno CACCIATI.
Un Deputato M5S NON rappresenta nessun PARTITO, ma i CITTADINI che lo hanno votato, dandogli MANDATO per la realizzazione di un Progetto civico e culturale approvato in Rete dalle persone interessate. Quindi auspico che l’eventuale espulsione della Gambaro sia rimessa alla decisione della Rete.
@ Assunta
E chi ha scritto che Rino avrebbe appoggiato questo o quello? MMMMM magari gli sarebbe piaciuto un pochino…il m5s
Ho preso in prestito le sue parole per dire un mio pensiero.
Sono certa che Rino, mi scuserà
Sei puntigliosa, certe volte…
Non ho tempo per altro… un saluto.
@ Campisi:
Sarebbe stato un argomento sul quale il M5S non avrebbe certamente fatto mancare il proprio appoggio. Ma forse il PD gli accordi preferisce farli con gli amici di Mangano e Dell’Utri piuttosto che con il comico genovese che, a differenza di Berlusconi, rischia di mandare realmente a casa questi democristiani sinistrati. –
da dove sei uscito mi sembri manna dal cielo…….il problema e’ farlo capire ai talebani del pd che hanno un eta’ compresa tra i 60 e gli ottanata ….tostissimi da piegare
Basterebbe non considerare l’attrazione fatale verso il partitio padronale di Berlusconi di tanti esponenti del Pd per far crollare ogni ipotesi di inciucio programmato e studiato a tavolino ai danni di tanti cittadini che ingenuamente credono e vedono ancora il Partito Democratico come un partito di sinistra. Per evitare la situazione inciucista attuale, se l’onestà in politica ha ancora un senso, sarebbe bastato un accordo semplice, semplice tra il Pd e il M5S per delineare pochi punti di programma in comune e cioè: nuova legge elettorale, ineleggibilità di un signore che tutto nella vita può fare tranne che buttarsi in politica per difendere i propri interessi, eliminazione istantanea dei rimborsi elettorali, Norme urgenti riguardanti l’occupazione e il lavoro giovanile, legge sul conflitto d’interessi e ritornare al voto. Sarebbe stato un argomento sul quale il M5S non avrebbe certamente fatto mancare il proprio appoggio. Ma forse il PD gli accordi preferisce farli con gli amici di Mangano e Dell’Utri piuttosto che con il comico genovese che, a differenza di Berlusconi, rischia di mandare realmente a casa questi democristiani sinistrati.
marina Ha scritto:
Rino Gaetano non avrebbe mai appoggiato neanche il programma o progetto del M5S, mi dispiace ricordarlo Marina, ma
RINO era anarka puro!!!
Ma c’è anche un’altra persona che ha creduto opportuno, per onore della verità, spendere qualche parola su Antonio Ingroia.
Copio ed incollo:
il contributo di Giancarlo Caselli pubblicato dal Fatto Quotidiano e rilanciato da altri siti tra cui Antimafia2000.
“Tiro all’Ingroia sport nazionale – Di Gian Carlo Caselli ”
“Per anni e anni Antonio Ingroia è stato considerato l’erede professionale di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. Di Borsellino era stato anche sostituto nella Procura di Marsala. Poi l’aveva seguito alla Procura di Palermo e se l’era visto uccidere da Cosa Nostra neanche due mesi dopo l’assassinio di Falcone. Invece di scappare verso uffici più comodi, è rimasto a lavorare a Palermo in procura, divenendo titolare o contitolare di importantissime indagini antimafia che l’hanno esposto a rischi gravissimi: costringendolo a vivere perennemente circondato da militari, cani lupo, filo spinato e sacchetti di sabbia persino sul pianerottolo di casa.
Grazie al suo sacrificio, al suo impegno e ai lusinghieri risultati ottenuti, Antonio Ingroia è anche diventato – per moltissimi italiani, non solo magistrati – un punto di riferimento e un modello. Poi, di colpo, è finito nel punto d’incrocio della raffica di assalti furibondi scatenati ormai da anni contro la magistratura e in particolare contro l’antimafia che nella Procura di Palermo ha sempre avuto un suo epicentro. Con un preciso obiettivo: una riforma che consegni alla “politica” il potere di aprire o chiudere il rubinetto delle indagini penali e di regolarne l’intensità in modo da circoscrivere il rischio che si scoprano verità sgradevoli. Ed è così che Ingroia – bombardato da accuse per lo più grottesche – è stato trasformato in una specie di monsieur Malaussène, quello che nei romanzi di Daniel Pennac fa di professione il “capro espiatorio”. Secondo un copione già collaudato con Falcone, ingiustamente accusato di nefandezze varie, con la conseguente, micidiale calunnia di svilire la ricerca della verità ad azione politica ispirata da una fazione ai danni di un’altra.
Gli attacchi scagliati contro Ingroia si sono intensificati quando il bersaglio da affondare è diventato l’inchiesta rubricata come “trattative”: un’inchiesta obiettivamente molto difficile e tormentata, della quale è legittimo ragionare in termini anche piuttosto critici. Mentre non è consentito il linciaggio irrispettoso – di fatto praticato su scala industriale da un larghissimo spettro di “osservatori” – dei magistrati coordinati da Ingroia che l’hanno condotta con coraggio e fatica. Linciaggio che non è cessato (anzi, è paradossalmente aumentato) dopo che il Gip ha disposto il rinvio a giudizio degli imputati, riconoscendo così che il lavoro degli inquirenti non era per niente scritto sull’acqua. Il bombardamento di Ingroia è poi diventato guerra spietata, senza risparmio di colpi, quando lo sventurato ha deciso di scendere in politica. Non saltando sul carro di questo o quel partito come fanno gli altri magistrati (indifferentemente etichettati come toghe “rosse” o “azzurre”), sicuri di essere eletti grazie a una legge che notoriamente è una “porcata” . Ma rischiando anche questa volta di suo, creando cioè un nuovo movimento politico indipendente, con l’obiettivo ambizioso di rinnovare la classe dirigente. Gli elettori hanno deluso le sue aspettative e non l’hanno per nulla premiato. Anche perché si sono coalizzate e accanite contro di lui potenti forze trasversali, quasi si trattasse di fermare… Annibale.
Nel corso della campagna elettorale un seguito particolare (negativo per Ingroia) ha avuto l’imitazione che ne ha fatto Maurizio Crozza, tratteggiando un uomo piuttosto confuso, impacciato, sperso. Ora che il Csm vuol trasferire d’ufficio Francesco Messineo, già capo di Ingroia, io chiamerei come teste a discarico proprio Crozza. Perché a torto o a ragione (per me a torto, altro essendo il profilo di Ingroia) secondo molti italiani ormai Ingroia si identifica col personaggio di Crozza.
E allora hai voglia a sostenere credibilmente (come vorrebbe fare il Csm) che Ingroia è un arrogante protervo, capace di condizionare il suo capo, facendogli perdere libertà e indipendenza, con agguati tesi e lusinghe pensate nei tristi anfratti del palazzo di giustizia. Impossibile cancellare la maschera tutt’affatto diversa che Crozza gli ha cucito addosso.
Infine, non vorrei che Ingroia si consolasse (si fa per dire) constatando che il ruolo di Malaussène sembra trasferito a Messineo. Al centro dello squallido scenario che denunzia insofferenza per il controllo di legalità esercitato con “troppa” indipendenza, resta pur sempre anche lui. Con un ruolo di prim’attore. E forse non sbaglia chi pensa che i suoi guai – alla fine della storia – derivino soprattutto dall’aver sostenuto positivamente l’accusa contro il potente Marcello Dell’Utri. A qualcuno questo dente continua a dolere, tant’è vero che è stata presentata qualche giorno fa (e solo per ora accantonata) una leggina che punta a dimezzare le pene per il concorso esterno in associazione mafiosa, subito ribattezzata “salva Dell’Utri”.
Mentre in commissione Giustizia del Senato un magistrato prestato alla politica ha presentato un progetto di illeciti disciplinari a geometria variabile per colpire i magistrati “politicizzati”. Progetto che, se non è… autolesionismo masochistico, sembra pensato sui clichè che una instancabile propaganda continua ad appioppare a certi magistrati onesti e liberi.
Come è stato Ingroia finché ha indossato la toga “.
…
a te che odi i politici imbrillantinati
che minimizzano i loro reati
disposti a mandare tutto a puttana
pur di salvarsi la dignità mondana
a te che non ami i servi di partito
che ti chiedono il voto un voto pulito
partono tutti incendiari e fieri
ma quando arrivano sono tutti pompieri… Rino Gaetano
!!!!
Fuori tutti i “pompieri” dal m5s. Prima è… meglio è
Buona continuazione a tutti.
Beh, considerato che alcuni usano questo spazio per pubblicare articoli del M5S, ne approfitto anch’io, con il permesso di ADP (che, per inciso, non ha speso una sola sillaba, su tutta la situazione
):
Tratto dal blog di Azione Civile:
“ll Tartufo Superiore – di Marco Travaglio”
” Marco Travaglio dedica l’editoriale del Fatto Quotidiano oggi in edicola ad Antonio Ingroia. Riportiamo di seguito l’articolo.
Festeggiamenti, carnevali di Rio, hip-hip-hurrà: Antonio Ingroia lascia la magistratura. Fuori un altro pm bravo, un rompipalle in meno. Metti che, dopo Dell`Utri, Contrada e centinaia di mafiosi, facesse condannare qualcun altro disturbando le larghe intese con processi divisivi. A onore di Cosa Nostra, va detto che l`esultanza dei picciotti è stata molto più contenuta di quella di certi magistrati e del Csm. “Ingroia lascia la politica? Ce ne faremo una ragione”, ha commentato entusiasta Michele Vietti, per anni compagno di partito di Totò Cuffaro, dunque vicepresidente del fu autogoverno dei giudici. Incontenibile il giubilo di Vittorio Borraccetti, celebre per inchieste trionfali tipo Unabomber, dunque leader di Magistratura democratica e membro del Csm: “Ingroia ha danneggiato la magistratura e la credibilità di quello che ha fatto prima” e le sue accuse al Csm di averlo messo sotto tiro per le sue indagini è “inaccettabile: nessuno l`ha punito né ha ostacolato l`indagine sulla trattativa”.
A parte il Colle, il Pg della Cassazione, il Csm e 1`Anm, s`intende. Molto felice anche il segretario dell`Anm, Rodolfo Sabelli: se il Csm ha spedito Ingroia ad Aosta non è “una ritorsione, ma solo l`applicazione della normativa vigente”. Ecco, vediamola questa normativa.
Un magistrato può candidarsi dove vuole, ma non è eleggibile dove ha esercitato le funzioni. Ingroia, leader nazionale di Rivoluzione civile, si candida in tutta Italia fuorché in Val d’Aosta, ma sa di essere ineleggibile a Palermo dov`è stato pm fino a tre mesi prima. Poi non viene eletto da nessuna parte e rientra dall`aspettativa.
Il Csm lo destina ad Aosta, unico circondario giudiziario dove non era candidato. Ma, per farlo, infrange la sua circolare del settembre 2012 che vieta il rientro ai magistrati non nel circondario, ma nel distretto giudiziario dov`erano candidati: e Ingroia era candidato anche in Piemonte, cioè nel distretto di cui fa parte Aosta. Dunque, stando alla circolare, non può andare neppure ad Aosta.
Ingroia suggerisce una soluzione più consona alla sua competenza che, per giunta, non viola alcuna regola: c`è un posto libero alla Direzione nazionale antimafia (Dna), mandatemi lì. Il precedente di Piero Grasso parla chiaro: Grasso s`è candidato a Roma come capolista Pd al Senato, sebbene fino al giorno prima esercitasse le funzioni a Roma come capo della Dna: sarebbe ineleggibile, ma il Csm gli consente di essere eletto perché la Dna ha sì sede nella Capitale, ma è extraterritoriale (nazionale) senza compiti investigativi: si limita a coordinare le indagini dei vari pool. Il principio dovrebbe valere per tutti, anche per Ingroia. Invece no: per il Csm la Dna è extraterritoriale per Grasso, ma non per Ingroia che, essendosi candidato a Roma, non può andare alla Dna. La legge è uguale per quasi tutti. Sempre a proposito di “applicazione della normativa vigente”, c`è il caso – già segnalato da Tinti – di due collaboratori della ministra della Giustizia Cancellieri: Domenico Carcano, capo dell`Ufficio legislativo, e Renato Finocchi Gersi, capo di gabinetto. Sono due toghe di Md, fuori ruolo rispettivamente da 15 e da 13 anni (il primo alla segreteria e all`ufficio studi del Csm, il secondo alla Consulta e poi al ministero della Salute). In base a una circolare varata a marzo dal Csm, nessuna toga può restare fuori ruolo per più di 10 anni, né aggirare il divieto mettendosi in aspettativa. Dunque i due, in base alla “normativa vigente”, non potrebbero lavorare al ministero: dovrebbero tornare a fare i giudici. Ma il Csm viola un`altra volta le regole che s`è dato e li autorizza a mettersi in aspettativa con deroga ad personas (votata anche da Borraccetti). Così, i due avranno lo stipendio dei dirigenti apicali dello Stato, 240 mila curo lordi l`anno, molto più di quello che guadagnerebbero da fuori-ruolo. Al Tartufo Superiore, le regole per gli amici si interpretano e per gli Ingroia si applicano. Anzi, si infrangono”.
Marco Travaglio
Dal FQ 16/06/2013
Daniele B Ha scritto:
*****
*****
Ma dai, bisogna capirlo l’ex piemmino; lui si sentiva sicuro di farcela ad agguantare le poltrona; ha fatto sputtanare anche il giuda favia con questa sua convinzione.
Se solo avesse avuto qualche dubbio, ben conoscendo (almeno si presume da un magistrato) la legge, si sarebbe lasciata libera qualche circoscrizione in più, oltre a quella di Aosta.
Diceva il Trap: non dire gatto, se non lo hai nel sacco.
@ Patrizia B.
Nella comunanza delle nostre riflessioni si può capire come su certi argomenti non occorra una grande immaginazione per arrivare a delle conclusioni che più delle volte si rivelano veritiere.
Come lo è stato per ciò che hanno fatto i governi trascorsi, lo è oggi con quanto appartiene al M5S. Basta rivedere i nostri commenti per rendersi conto come tutto si stia verificando punto, per punto.
Semmai, possiamo rammaricarci nel vedere che taluni non capiscano delle cose che a noi e ad altri blogger, appaiono persino scontate.
Forse sarà l’inesperienza o anche immaturità, ed è perfettamente inutile disquisire su ciò che fa il Tizio o il Caio, quando poi il risultato rimane sempre quello, non si fa altro che divagare dal tema principale.
In questo modo purtroppo si comportano molti politici, per cui vedi in che mani siamo.
Tra l’atro, ieri mi sembra, un giornalista durante un dibattito, ha tirato fuori l’argomento di ciò che ci è venuto a costare l’avvento dell’Euro: una riduzione del cinquanta per cento del potere d’acquisto. Nel voler essere pratici, facendo dei paragoni, io direi invece del cento per cento e anche oltre, per questo vi è stato un crollo verticale. Adesso lo tirano in ballo, mentre prima se ne guardavano.
Dirai che è un argomento che ho molto ripetuto; valli a convincere quelli là!
Si parla di agevolazioni, disbrighi delle pratiche, IMU e di tutto quello che nulla ha che fare con la mancanza di liquidità nelle famiglie. Non sarà il centinaio di euro alla fine dell’anno, quando poi bisogna sborsarne molto di più in altre cose.
Non avendo soldi da spendere è perfettamente inutile, come accennai una vota, allargare le autostrade quando le auto vanno sempre a diminuire.
Prima mettili in condizioni di comprarsele (giusto per fare un paragone) e poi pensa cosa si può escogitare per rendere il percorso più veloce.
Forse sperano di far spendere quei pochi spiccioli che a qualcuno sono rimasti, mentre il grosso chissà dove è andato a finire.
Nel pensare di fare ritornare gli investitori a stanziare nel nostro paese, ce ne vuole, bisogna fare concorrenza all’India, paesi dell’Est, Cina, ecc. Almeno cercate di tutelare i marchi che sono rimasti.
Siccome si va a toccare un tasto che non piace a chi ha fatto man bassa di tutto il denaro che vi è in circolazione, allora tergiversano con dei provvedimenti propagandistici elettorali, specchietti per allodole.
Se questo deve essere il modo d’uscire dalla crisi, campa cavallo.
Come puoi immaginare, personalmente m’interessa sino a un certo punto, e a te, men che meno. Quello che ci sta a cuore è il futuro dei nostri connazionali, figli compresi, che avranno davanti una vita da emigranti.
Cordialmente ti saluto.
cosetta sartori
giugno 17th, 2013 alle 12:17
@ aldecri:
A maggior ragione, infatti siamo incavolati neri. E non finirà a tarallucci e vino
lewisaugel34
giugno 17th, 2013 alle 12:24
aldecri giugno 17th, 2013 alle 11:04
Infatti Cristianuccio si è dimesso dal partito; ma solo per fare un gruppo suo e prendere più soldi.
..mai smentito..quindi..si presume..VERO!
..il problema ..però..é..che rimangono..con lo stipendio.!..tutti.!
^^Si può cambiare idea, si può non essere più in sintonia con il partito, si può contestare e far volare stracci. Ma se ti dimetti dal partito ti devi dimettere da tutto. Almeno, io la penso così.^^
e..cosetta ha ragione..aldecri!
Lewisaugel34
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Beh, avrà anche ragione, ma di certo non dimostra di averla, o almeno di onorarla; e ad onor del vero, neanche tu.
Perchè?
Cominciamo da te con un piccolo dettaglio;
tu scrivi:
^^mai smentito, quindi si presume VERO!^^
Ma parli dell’oggi?
Hai già dimenticato il pregresso?
Già passato in predicato il fatto che Cristianuccio manco avrebbe dovuto assirsi su quello scranno?
Eppure è la stessa cosa che, con grande senso critico, rimproveri ad Azzurra prima, per averla fatta, ed a @Chiara(STELLINA) dopo, per non essersi accorta che questa l’aveva fatta.
Dai, un po’ di coerenza!!
Quanto a lei Signora Sartori, mi sembra strano che sia incavolata nera; sa, non mi è sembrato che lei lo fosse quando ha cercato, qualche decina di giorni fa, riportando articoli inesatti (volutamente) e smaccatamente di parte e non veritieri (o quantomeno non aggiornati) di difendere il suo eroe, autore di nefandezze da me documentate.
A meno che lei intenda che si può pure essere incavolati, ma i panni sporchi si lavano in famiglia; e che il popolo resti nella sua ignoranza e se la prenda in quel posto.
Beh, ragionateci un po’ su!!!
PS x la sig Sartori- Per quel che riguarda i tarallucci e vino, domani pubblicherò (se passerà) la mia personale previsione su ciò che avverrà al congresso STRAORDINARIO; poi, tra una quindicina di giorni, sapremo chi avrà avuta la vista più lunga.
La sinistra è caduta nell’abbraccio mortale del b…
!!!!!!
bu! Quale sinistra???
Caduta?? ihihihi ma dai!!!
Questi, sono quasi 2 anni che governano insieme allegramente e qui si parla di abbraccio recente…
La sinistra ha votato tutte le leggi contro i più deboli e non ha tutelato nessuno del popolino, e se ne parla come se fosse una roba nuova. Gli stessi che hanno fatto i danni si sono auto-candidati a risolverli. Non siete contenti???
Sono confusa e allibita, riuscirò mai a capire qualcosa???
Daniele B giugno 17th, 2013 alle 15:26
ma stai ancora a perdere tempo leggendo e rispondendo all’ottuagenario siculveneto in pensione ex ENI … quello che NON tirava nemmanco lo sciacquone del CESSO se NON glielo ordinavano i “capirioni” della DC … ma lascialo ESTINGUERSI in PACE … oramai NON manca più molto …
———————————-
AHAHAHAH Grande Marco! ahahahah me lo ricordo sempre questa frase e so che l’hai scritta per me ahahah
Non solo condivido ma rilancio, cosa aspettarsi del resto da uno che sosteneva Prodi, l’uomo di De Mita all’IRI che tanto lustro ha dato all’Italia? Bah contento lui…
…ma..quanta propaganda e notorietà…BASTA..e..a buon rendere!
ESTINGUERSI in PACE..tranquilli..le PALLE sempre di FERRO.!
per voi..menagrami ..e..zombi..!
lewisaugel
ma stai ancora a perdere tempo leggendo e rispondendo all’ottuagenario siculveneto in pensione ex ENI … quello che NON tirava nemmanco lo sciacquone del CESSO se NON glielo ordinavano i “capirioni” della DC … ma lascialo ESTINGUERSI in PACE … oramai NON manca più molto …
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AHAHAHAH Grande Marco! ahahahah me lo ricordo sempre questa frase e so che l’hai scritta per me ahahah
Non solo condivido ma rilancio, cosa aspettarsi del resto da uno che sosteneva Prodi, l’uomo di De Mita all’IRI che tanto lustro ha dato all’Italia? Bah contento lui…
@ Assunta
Ingroia si è dimostrato un opportunista in cerca di visibilità mediatica (ne sofre molto di “sovraesposizione” come detto dall’ANM) ed è ridicolo quando parla di punizione da parte del CSM per averlo mandato ad Aosta quando invece ignora (volutamente per fare la vittima e prendere voti ) che quell’organismo ha solo applicato una legge che dice chiaramente che i magistrati candidati e non eletti non possono tornare ad esercitare la loro funzione nelle circoscrizioni dov’erano stati candidati per almeno 3 anni. Ingroia non le sa queste cose o gli fa comodo non saperle per fare demagogia? A te la risposta.
ps a livello ideologico poi uno che si vanta di avere la tessera ANPI e che è stato leader di una certa coalizione non lo condivido. Mi dispiace perchè da PM lo sostenevo , ora è un’altra cosa
DOVE E’ FINITO IL REFERENDUM PER ABROGARE LA RIFORMA FORNERO E REINTEGRARE IN TOTO L’ART. 18 ?
TIRATELO FUORI E INIZIATE A FARVI SENTIRE !!!!
ALTRIMENTI SONO SOLO PAROLE E COMMENTI SPRECATI !!!
FATE AI MASS-MEDIA DELLE PROPOSTE CONCRETE PER MODIFICARE LA RIFORMA FORNERO !!!
PER SISTEMARE IL PROBLEMA ATTUALE: QUOTE FINO AL 31/12/2018 E USCITA CON CALCOLO PENSIONI CON IL SISTEMA CONTRIBUTIVO PER 5 ANNI. POI DAL 01/01/2019 41 ANNI DI CONTRIBUTI
I BENEFICIARI DEL RETRIBUTIVO PURO, DAL 2018, SPARISCONO (1995 – 18 ANNI RICHIESTI = 1977 INIZIO LAVORO + 41 ANNI DI LAVORO = 2017
SE UNO E’ NATO NEL 1962 E A 15 ANNI E’ ANDATO A LAVORARE (NEL 1977-RIENTRA NEL RETRIBUTIVO ) AD OGGI HA GIA’ LAVORATO PER 36 ANNI E OGGI HA 51 ANNI E RICOSCENDO CHE E’ UN LAVORATORE PRECOCE POTREBBE USCIRE FRA 5 ANNI NEL 2019 CON 41 ANNI DI LAVORO. RICORDO CHE COMUNQUE, ANCHE LORO, DALL’INGRESSO DELLA RIFORMA FORNERO HANNO IL CONTEGGIO PER QUESTI ULTIMI ANNI CON IL SISTEMA CONTRIBUTIVO E QUINDI QUALCOSA CI RIMETTONO.
INSERIMENTO DI UNO SCONTO/RIDUZIONE DI 1 ANNO PER I LAVORATORI CHE HANNO AVUTO GRAVI PROBLEMI LEGATI ALLA SALUTE (MALATI CRONICI COME I CARDIOPATICI)
INIZIATE A COMPRARE UNA PAGINA DI 3 IMPORTANTI GIORNALI E SCRIVETE AL GOVERNO LA VOSTRA PROPOSTA ALMENO RITORNERANNO A PARLARE DELL’IDV
La commedia del “fare”..
“Real politik”? Cos’è? Boh!! Adesso c’è la “Politica del Fare”, S.V.P.
Sforzi TRIMESTRALI notevoli, praticamente dalla “formazione” di questo governo, da sconfinare nel disumano; riunioni fiume; consultazioni dalle complessità da capogiro fra le varie “correnti” dello stesso partito e soprattutto con le “forze sociali”, arrivando perfino a scomodare gruppi, interi squadroni di Saggi (ma i nostri rappresentanti, allora, cosa sono? Perché sono lì?) e addirittura ricercando il consenso dei partiti dell’ “opposizione” nel segno di una “condivisione” democraticamente universale.
IL TUTTO per arrivare finalmente a concepire un DECRETO DEL “FARE” che tutto il Mondo ci invidia….un “successo” che ci ha catapultato ai primi posti della classifica al G8 in corso in Irlanda, ci raccontano i nostri “media”….risolvendo, d’un sol colpo TUTTI i problemi dell’Italia, anzi permettendoci anche di dettare parametri europei, tanto siamo bravi.
Ma poi anche il decreto sui debiti della P.A. : ci voleva un decretone come Dio comanda, per capire che i debiti vanno pagati anche da uno Stato fallimentare e corrotto e sprecone. Qualsiasi privato cittadino di sana mente (e di rigore etico e morale, ma questo la direbbe lunga anche sulle tante situazioni all’interno della stessa Amministrazione) non si sarebbe mai permesso di appaltare lavori che poi sapeva di non poter saldare.
Per non menzionare le esasperanti confabulazioni, l’impegno fino allo sfinimento del tira e molla sull’IMU, l’IVA e dintorni: luminari che di giorno in giorno ne dicono una e cento le pensano.
Un successone mediatico!!!
QUAND’E’ CHE RE GIORGIO DECIDERA’ DI TIRAR FUORI IL FISCHIETTO E STOPPARE questa scandalosa “PARTITA dei VENT’ANNI” E FINALMENTE MANDARE A CASA (o in qualche altro sito) I SOLITI 1000 COOPTATI?
Gente che non ha nemmeno più il pudore di nascondere le farse, le burle e le menzogne, ma le dice apertamente, facendole addirittura amplificare dai megafoni mediatici asserviti, in scherno, se non addirittura a disfida del cittadino comune.
Gente che a furia di assecondare amici, nipoti e veline ha creato la Pubblica Amministrazione più costosa e più inefficiente al MONDO.
Che con le loro PORCELLATE hanno mandato il Paese a gambe all’aria (screwed up an entire Country, citava l’Economist) e FINALMENTE dare la PAROLA AGLI ITALIANI per far sì che possano decidere il LORO futuro senza l’ingerenza dei tanti furbacchoni e parassiti?
Riportiamo di seguito l’editoriale “Movimento 5 polli” scritto da Marco Travaglio sul Fatto Quotidiano dello scorso 15 giugno.
Che fa il maggior gruppo di opposizione (diciamo pure quasi l’unico) mentre il governo-inciucio Berlusconi-Letta mostra già la corda e manifesta tutta la sua prevedibilissima impotenza? È quello che si domandano molti italiani, soprattutto quelli che han votato 5Stelle contro i partiti che si sono mangiati l’Italia. Sappiamo bene che i neoeletti stanno imparando il mestiere di parlamentari; hanno presentato una ventina di disegni di legge e altri ne stanno preparando; le loro presenze in aula e in commissione superano largamente quelle degli altri gruppi; hanno rinunciato (unici nella storia) al finanziamento pubblico di 42 milioni di euro; hanno avviato (unici nella storia) le pratiche per dichiarare ineleggibile B.; han fatto approvare una mozione per consentire a chi avanza crediti dallo Stato di scalarli dalle caselle esattoriali; hanno appoggiato la proposta del Pd Giachetti per tornare al Mattarellum, ovviamente sabotata dal partito unico Pd-Pdl-Monti; hanno contestato assieme a Sel il golpetto del governo in Senato per aggirare l’articolo 138 della Costituzione.
Ma tutto questo i milioni di italiani che s’informano (si fa per dire) dai camerieri del potere non lo sanno. Da quando gli usurpatori hanno osato metter piede nel Palazzo, le guardie del corpo dei partiti e dei loro padroni dipingono M5S come un covo d’incompetenti sfaccendati e teleguidati che passano il tempo a litigare, epurare, espellere, o a parlare di scontrini, mentre Grillo e Casaleggio fanno soldi a palate. Contro il giornalismo servo si posson fare due cose: seguitare a imprecare al destino cinico e baro, o bypassarlo parlando direttamente ai cittadini e portando fuori dal Parlamento ciò che avviene dentro. Ma, per farlo, bisogna conoscere il sistema e usarlo, anziché farsene usare.
Dopo quattro mesi di inseguimenti di pennivendoli assatanati che a marzo chiedevano “la votate la fiducia a Bersani?”, ad aprile “Grillo sbaglia a insistere su Rodotà?”, a maggio “restituirete la diaria?”, a giugno “che ne sarà della povera Gambaro?”, dovrebbe essere chiaro a tutti che a stampa e tv non frega nulla di quel che fanno i 5Stelle: solo sputtanarli (si è addirittura introdotta in politica la categoria dell'”antipatia” per squalificare Crimi e la Lombardi, mentre i vecchi politici – com’è noto – sono tutti simpaticoni) e trovarne qualcuno che parli male di Grillo e bene di Napolitano, Letta e Alfano. E intanto magnificare con titoloni-pompa il governo del nulla, rilanciare le promesse dei ministri che evaporano dopo due minuti, esaltare i moniti del Presidente (ormai un rumore di fondo), celebrare le mirabolanti imprese dei suoi saggi prostatici: pennellate di lingua a base di “task force”, “road map”, “cronoprogrammi”, “grandi riforme”, Tizio “spinge”, Caio “accelera”, Sempronio “frena”. Mai come ora, con un governo che manda a casa i condannati fino a 6 anni (praticamente tutti, a parte i serial killer), espropria le Camere per blindare la controriforma costituzionale, ci prende in giro su Imu e Iva, c’è bisogno di un’opposizione che si faccia vedere e sentire.
Chi non vi è portato, come la furbona che ha scoperto improvvisamente che il guaio dei 5Stelle è Grillo o quell’altro genio che s’è iscritto al M5S per andare dalla D’Urso o i “dissidenti” sul nobile ideale della diaria, va semplicemente ignorato, o liquidato con una battuta, o affidato a un collegio di probiviri che faccia rispettare le regole (come nei partiti, che espellono centinaia di persone senza che nessuno se ne accorga). Le scomuniche di Grillo e le riunioni-fiume dei gruppi sono proprio ciò che vuole la grande stampa, sempre a caccia di armi di distrazione di massa. Invece di perder tempo dietro le Gambaro, i capigruppo convochino conferenze stampa e iniziative di piazza per spiegare le porcate che scoprono in quell’ente inutile che ormai è il Parlamento, e come intendono contrastarle. Altrimenti sono più inutili del Parlamento.
lo stile di moda.! Lo stile MONTI.!
Si legifera per DECRETI e ogni decreto deve avere
un NOME..scelto con CURA!..con attenzione!
Non importa cosa ci sia dentro..l’importante è il nome che ..IMPRESSIONI.!
Così ci hanno insegnato i professori di MONTI..!
Dopo il DECRETO..il Parlamento..bla..bla..bla..cambia..tira molla..e..alla fine…poco..o NIENTE..!..ma..nel nome c’era..TUTTO..!..^^F A R E ^^!?
Grazie Presidente NAPOLITANO..quante cose abbiamo imparato nei tuoi sette anni.!..e..ora..avanti con gi altri SETTE..!..siamo i..MEGLIO.!
lewisaugel
..Stai inviando commenti troppo rapidamente. Rallenta..si va a letto!
a chi sostiene che il dp e m5 stelle potevano fare un governo insieme come vi spiegate che pd e pdl collaborano a tuute le porcherie insieme ???? come avrebbe potuto il m5 stelle fare un governo insieme se tutte le leggi a favore del popolo vengono sistematicamente bocciate in primis da partito diarrea????? la verita’ e ‘ una sola TUTTI A CASA TUTTI A CASA
“Evitare la partecipazione dell’Italia al programma F35 è uno degli obiettivi annunciati del M5S. Da quando siamo entranti in Parlamento fino ad oggi i nostri sforzi si sono concentrati nel tradurre in atti legislativi le proposte costruite assieme ai cittadini. Il 30 maggio 2013 abbiamo presentato una mozione che impegni il governo a non acquistare i 90 cacciabombardieri che costerebbero ai cittadini italiani 12,9 miliardi di euro (costo destinato a salire). La suddetta mozione è stata sottoscritta dai 109 deputati del M5S, da Sel e da soli 13 parlamentari del pdmenoelle. Inizialmente gli “onorevoli” del pdmenoelle erano favorevoli alla mozione ma una volta firmato l’inciucio con il pdl molti hanno cambiato idea, alcuni hanno addirittura ritirato la firma già depositata e nessuno di loro si è presentato in conferenza stampa. L’Italia vive una crisi senza precedenti e neanche 15 giorni fa il governo del Partito Unico ha respinto una mozione del M5S che voleva il ripristino dei fondi a scuola, università, ricerca e cultura. In quell’occasione non avete accolto la nostra richiesta per mancanza di copertura finanziaria, vedremo se riuscirete a trovarla per l’acquisto di queste armi da guerra che vanno contro l’art. 11 della Costituzione.” M5S Camera